A Roma il Convegno "Sicurezza e Legalità" promosso dalla Lega coordinamento 1° Municipio
Oltre al coordinatore Marco Veloccia e al vicecoordinatore Augusto Caratelli, hanno partecipato il Senatore Massimo Candura, il Senatore William De Vecchis, il dott. Fabrizio Santori del direttivo Lega Lazio, il responsabile del Sap Francesco Paolo Russo, e il prof. Fabio Torriero.
ROMA. Oggi pomeriggio, 11 Aprile 2019, si e' svolta nell'aula consiliare del I Municipio una bellissima conferenza sui temi della sicurezza e della legalità. Alla conferenza, oltre al coordinatore Marco Veloccia e al vicecoordinatore Augusto Caratelli, hanno partecipato il Senatore Massimo Candura, il Senatore William De Vecchis, il dott. Fabrizio Santori del direttivo Lega Lazio, il responsabile del Sap Francesco Paolo Russo, e il prof. Fabio Torriero. Tutti gli interventi sono stati di altissimo livello, e orientati alla costruzione di un grande progetto politico-culturale: ispirato ai valori dell'identita', della sovranita', della famiglia e della sicurezza fisica e sociale. Un grande cambiamento di paradigmi e di linguaggi dunque, che la Lega deve portare come dote di buon governo al nostro popolo.
Nel corso del convegno svoltosi presso la Sala consiliare del I Municipio di Roma, abbiamo approfondito le tematiche legate all’immigrazione massiccia, incontrollata, illimitata sotto diversi aspetti.
E’ emersa l’infondatezza di alcuni degli argomenti più utilizzati per giustificare il fenomeno.
Se è pur vero che “le migrazioni ci sono sempre state”, altrettanto indiscusso è che quello al quale assistiamo è qualcosa di epocale che mai si è verificato nella storia dell’umanità. Chi afferma il contrario, afferma il falso!
Le grandi migrazioni che hanno caratterizzato la storia dell’umanità hanno riguardato numeri enormemente inferiori; sono state spalmate in centinaia, a volte migliaia di anni, e si sono indirizzate verso territori poco antropizzati.
Tanto per limitarci a quelle verso il Nuovo Mondo, milioni di persone si sono diretti verso territori pressoché spopolati e con immense ricchezze. Ma la densità della popolazione americana ancora oggi è di gran lunga inferiore a quella italiana, su una superficie trenta volte superiore abitano 34 abitanti per kmq contro i 200,23 per kmq in Italia.
Come pure è stato chiarito che l’Europa contribuisce solo in minima parte ai costi dell’immigrazione (2%), il resto è a carico della fiscalità generale italiana (sulla quale peraltro grava anche la contribuzione verso l’Unione Europea essendo noi uno dei maggiori contribuenti).
Ciò che pone il problema della “sostenibilità economica”: mai nella narrazione univocamente diffusa viene posto il problema dei costi dell’immigrazione. Si parla di debito pubblico arrivato a dimensioni inaudite ma mai si accenna all’immigrazione che è una delle fondamentali componenti della spesa pubblica che grava sulle famiglie con numeri “indefiniti”.
Nessun Paese potrebbe imporre ai propri contribuenti un onere senza limiti come quello delle politiche migratorie, ma è ciò che accade in Italia!
Ancora!
Impedire l’immigrazione massiccia e incontrollata non è contrario ai diritti umani né deve essere considerato inevitabile la sostituzione di un popolo a causa della denatalità, come pure si afferma.
Ogni gruppo etnico o popolo ha diritto ad un patria, e a preservare la propria identità e cultura.
Il principio, benchè da qualcuno definito in senso spregiativo come «sovranismo», è sancito nella «Dichiarazione dei Diritti delle Popolazioni Indigene delle Nazioni Unite», votato nel 2007 da 143 Stati.
Il documento, come tutte le dichiarazioni universali dell’ONU, ha un valore universale ed è applicabile ai popoli sovrani.
Vi si legge: “Neppure è eticamente corretto che un popolo debba accettare come moralmente doverosa l’idea di essere rimpiazzato”.
L’idea che gli italiani debbano passare il testimone ad altri pertanto configurerebbe una violazione dei diritti umani al pari della discriminazioni.
In altri termini il diritto del migrante di non essere discriminato non può comportare il dovere della popolazione autoctona di autodistruggersi.
La denatalità può, anzi deve, essere superata con politiche a sostegno delle famiglie italiane e non con le deportazioni di massa che, peraltro, rappresentano un male anche per le comunità d’origine private delle componenti più giovani.
Il Convegno si è concluso evocando le parole del Card. Robert Sarah secondo il quale si è approfittato della lotta contro le discriminazioni per imporre l’utopia della «scomparsa delle patrie… Il multiculturalismo non va confuso con la carità universale. La carità non è un rinnegamento di sé. Essa consiste nell’offrire all’altro ciò che di meglio si ha e quello che si è. Ora ciò che di meglio l’Europa ha da offrire al mondo è la sua identita’, la sua civiltà profondamente irrigata di cristianesimo...l’attuale globalizzazione porta a un’omologazione dell’umanità, mira a tagliare all’uomo le sue radici, la sua religione, la sua cultura, la sua storia, i costumi, gli antenati. Così diventa apolide, senza patria, senza terra . E ha casa dappertutto e da nessuna parte”
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