N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 167° Dicembre 2024 Anno XIV°  

“Le nuvole del cuore” – di Giusy Amato

“Le nuvole del cuore” – di Giusy Amato

 “Le nuvole nel cuore” è il primo romanzo di Giusy Amato, attrice e conduttrice televisiva, testimonial di svariate campagne pubblicitarie, che prima di approdare al grande schermo o di salire sul palco di numerosi Teatri  ha collaborato con diverse testate giornalistiche.
Giusy Amato, che prima di essere tutto ciò è innanzitutto una Donna, con molte passioni ( dagli animali, al canto, alla danza...) e molta sensibilità.
Una Donna che scrive di Donne, e lo fa senza cadere in stereotipi,  in frivolezze, senza perdersi nei giri di parole!
Dovessi usare una sola breve frase per  riassumere questo romanzo direi:  “ Entriamo dentro prigioni mentali” perché queste sono le vere protagoniste di questa storia fatta da più storie.
Trappole psicologiche che la vita mette attorno a  persone spesso indifese, fragili, ingenue, immature.
La vita è l’aguzzina? No, in questo romanzo l’orco ha spesso i contorni di un maschio e le sue azioni miserabili determinano prigioni su prigioni, come celle in sequenza, ognuna generatrice di quelle successive; perché un dolore ne procura altri cento, perché una goccia sola di acido corrosivo è devastante non solo per un cm di pelle ma per tutto il tessuto che lo circonda…visibile o invisibile agli occhi che esso sia! Perché l’acido corrosivo può anche essere la parola, che spesso taglia più di un coltello lasciando dietro di sé non una scia di sangue ma di paura, di insicurezze, di fragilità, di ammalata dipendenza, di frustrazione, di abbandono, di solitudine…di bisogno d’amore, di bisogno di essere ascoltati!
I temi trattati in questo romanzo sono svariati, come pure i traumi che vengono sviscerati; non è un libro che si legge a cuor leggero così come sono sicura a cuor leggero non sia stato scritto dall’autrice.
La bravura della Scrittrice sta proprio nel riuscire a toccare certi temi difficilissimi da affrontare, con uno stile scorrevole, fluido, mai volgare, mai brutale ( ed è questa la cosa particolare )
Leggendo ci indigniamo, certo, pensiamo all’accanirsi di un destino crudele, aneliamo ad un attimo di respiro per le protagoniste delle storie, soffriamo con loro e a seconda del proprio vissuto personale ci immedesimiamo, chi più chi meno,  nelle situazioni narrate; mettiamo le dita nelle piaghe e abbassiamo la testa sotto un cielo in tempesta …ma non facciamo solamente questo: sorridiamo anche di tenerezza davanti a qualche episodio delicatissimo; davanti a personaggi che potrebbero essere secondari ma di fatto non lo sono ( penso alla figura buona e simpaticissima di Maria, ad esempio).
Un libro delicatissimo, che fa riflettere.
Un libro intenso, a tratti commovente, che fa spesso vacillare il lettore, coinvolgendolo, facendogli provare empatia per i personaggi. Una narrazione vivace, che danza nel tempo, intrecciando ricordi ed eventi presenti, storie dei giorni nostri e altre risalenti agli anni ’70, spaziando tra Parigi, Berlino, Roma e Brest.
Elenore e Tess sono due sorelle, vittime della famiglia. La madre, giovane sposa, si innamora del classico uomo sbagliato. Alla nascita della primogenita, Eleonore, l’uomo, infatti, si rivela alcolista e violento e oltre a demolire il corpo della moglie, sgretola l’anima della figlia, violentandola. Alla nascita di Tess, la sua attenzione si sposta su di lei, non appena la bambina compie nove anni. Eleonore, in quell’occasione, tenta di ucciderlo e subito dopo fugge, convinta di averlo fatto ed essere per questo perseguibile dalla legge, ignara dell’inferno in cui ha lasciato la sorellina e la madre. Una madre che non parla, che finge di non sapere, debole, terrorizzata, incapace di difendere la propria creatura, con nuvole di filo spinato perennemente nel cuore.
Nella storia c’è anche Carole, una giovane donna che rimane vittima della sapiente tela di un uomo possessivo, fanatico e aggressivo, che tende sempre a umiliarla. All’inizio non riesce a liberarsene concedendogli il beneficio del dubbio, sperando di aver frainteso il suo comportamento, illudendosi, come molte donne, di vederlo cambiare, aggrappandosi alle rose e ai bigliettini che lui le fa trovare per scusarsi.
Prefazione al libro a cura di Gianni Maritati (giornalista TG1)

Pubblicato: 26/12/2017
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