N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 159° Aprile 2024 Anno XIV°  

Holodomor, Genocidio in Ucraina: tre eventi per ricordare la carestia assassina 1932-1933 voluta da Stalin

 

Holodomor, Genocidio in Ucraina: tre eventi per ricordare la carestia assassina 1932-1933 voluta da Stalin

by Giulio de Nicolais

 

 

 

Holodomor" la tremenda carestia perpetrata dalla Russia di Stalin ai danni dell’allora florida Ucraina,  che nel 1932-1933 provocò la morte di più di 10.000.000 (dieci milioni) di cittadini ucraini. L’Ucraina in questi giorni commemora i feroci eventi di quegli anni tristi, anche all’estero con iniziative culturali ben condotte dalle sue Ambasciate presenti in tutti gli Stati del mondo. Quella che era a quel tempo la Russia comunista di Stalin,  oggi è la Federazione Russa di Putin, capitalista sì, ma sempre in guerra con l’Ucraina e guada il caso, l’attuale conflitto del Donbas (Ucraina orientale) si svolge nelle medesime regioni in cui nel  1932-1933 Stalin perpetrò volutamente la carestia assassina.

A Roma il 22 novembre 2018 nella sala del Cinema Farnese è stato proiettato, anteprima nazionale, promossa dall’ Ambasciata della Repubblica di Ucraina in Italia, di fronte ad un consistente appassionato pubblico italiano di storici scienziati e giornalisti, ma anche di gente comune tra cui numerosi studenti, il film “Raccolto amaro” di Pier Francesco Aiello. La proiezione del film Raccolto amaro fa parte della due giorni Holodomor 1932-1933, eccidio degli ucraini per fame - la storia dimenticata del Novecento, dedicata all'Ottantacinquesimo anniversario dell'Holodomor,

Sempre a Roma, il 23 novembre 2018 presso il Salone del Vanvitelli della Biblioteca Angelica di Roma in Sant’Agostino si è tenuto il Forun su Holodomor. Ad alternarsi al racconto dell’Holodomor, negli anni cruciali della carestia imposta dal regime russo, l'Ambasciatore della Repubblica di Ucraina Yevguen Perelygin promotore, il professore Ettore Cinnella, scrittore e storico, autore del volume “1932-1933 Ucraina. Il genocidio dimenticato”; il professore Federigo Argentieri, John Cabot University di Roma; il professore Giovanni Sasso, Società Filosofica Italiana; Giuseppina Palazzo, Società Filosofica Italiana ed il giornalista Maurizio Caprara del Corriere della Sera.

Presso la Biblioteca Angelica è stata inaugurata sempre il giorno 23 novembre 2018  l’esposizione artistica O.O.M. Out Of Memory dove in anteprima sono in mostra quattro opere inedite e appositamente realizzate dagli artisti Alessio Ancillai, Evita Andújar, Simone Haug e Andrea Pinchi sul tema dell’Holodomor. La mostra, è aperta pubblico. Gli artisti hanno voluto, così, ricordare questa pagina di storia violenta e purtroppo a molti sconosciuta o da molti volutamente dimenticata del ‘900. Queste opere pittoriche da oggi 24 novembre sino al 2 di dicembre sono esposte nello spazio espositivo T24 a Santa Maria in Campitelli.

Nonostante nel 1932 il raccolto di grano in Ucraina fosse stato particolarmente buono, nell’inverno per decisione di Stalin la popolazione ucraina fu privata del cibo sufficiente per sfamarsi: le autorità sovietiche perpetrarono l’abominio in questo modo del crimine della pulizia etnica contro un intero Popolo inerme, che aveva l’unica colpa di essere legato alle proprie tradizioni cristiane, avendo già tra l’atro accettato le regole della collettivizzazione per la produzione e la gestione delle risorse agricole. In quell’inverno 1932-1933 le famiglie ucraine furono costrette a cibarsi delle carcasse di animali. Tuttavia l’elemento che consente di affermare che Mosca perpetrò, allora il crimine della "guerra etnica" risiede nel fatto che assieme alla "artificiale fame" i comunisti vietarono l’uso della "lingua ucraina" imponendo invece l’uso forzato del "russo".

Parole forti sono state dette finalmente, dopo decenni di imposto silenzio, sulla Carestia artificiale del 1933. La Rivoluzione di Ottobre e il dilagare del comunismo avevano operato una immensa, duplice discriminazione. Durante la Guerra Civile Russa (1917-1920) un milione trecentomila russi della "nobiltà bianca" latifondista vicina allo Zar e l'elite intellettuale del Paese erano stati privati di ogni diritto reale e costretti all'esilio o condotti a morte dalla spietata polizia politica, la C'eka. L'Unione Sovietica ha mantenuto per più di 70 anni, in nome della scelta politica collettivista, intere generazioni prive dei più sacri diritti civili e quelli reali sanciti dalla Carta dei Diritti dell'Uomo e contenuti nelle Carte Costituzionali di tutti i Paesi democratici a cominciare da quella americana del 1787, soggiogando le masse ed estirpando dalle coscienze il desiderio della libera espressione e quello del possesso individuale di beni spirituali e materiali. Bukharin affermòٍ: "La scienza dell'economia non è più necessaria in un paese come l'U.r.s.s., in cui i rapporti economici possono essere liberamente decisi per gli uomini, senza sottostare a "leggi naturali", misteriose e tiranniche". Tutto era semplice, di una stupenda e brillante semplicità: furono nazionalizzati i mezzi di produzione, fu collettivizzata la terra e fu istituito un ufficio di pianificazione centrale, che doveva dirigere da Mosca l'attività economica dell'immenso, sconfinato Paese. Non a caso Stalin consente ed ordina in Polonia la deportazione dei polacchi dell'Est nella Pomerania ed il trasferimento dei polacchi pomerani verso i territori di confine con la Russia: il tentativo che viene condotto è la russificazione dei cittadini. Portare la gente della Polonia Orientale slavizzata ed abbastanza comunisticizzata a stretto contatto con il confine tedesco, mirava a creare una naturale barriera sociale e culturale. Simili spostamenti coatti di intere popolazioni sono stati effettuati dal potere centrale russo di allora anche in Ucraina, in seguito ulteriormente vessata insieme al Caucaso settentrionale, al Volga e al Kazachistan, dalla storica Carestia tra 1932 e 1933 che fece 18 milioni di morti, "pilotata" dal dittatore Stalin ma per sterminare i piccoli proprietari come ancora oggi si legge? No, a nostro avviso, fu sporca guerra etnica.

Squarciamo il sudario della memoria sulle responsabilità dirette del regime staliniano nella politica che scientemente condusse al massacro nell'ambito della dekulakizzazione per l'eliminazione dei piccoli e medi contadini proprietari, ma anche per sterminare con la guerra etnica quelle popolazioni tradizionalmente resistenti ad accettare la sostituzione dell’ideologia comunista alla fede in Dio. Di tutto ciò non si seppe nulla in Italia: di chi la responsabilità? Chi si salvò , venne trasferito, deportato e dovette abbandonare tutto, riuscendo a portare poco con sé, nulla più degli effetti personali e la grande umiliazione di non poter possedere nulla di proprio, pedissequamente afflitto dall'arroganza dei commissari politici russi: ragion di stato esasperata che poco aveva a che fare con la pura ideologia socialista.

Oggi, a 85 anni da questi tragici avvenimenti, il nuovo corso politico ucraino voluto dagli eroi di Maidan nel freddo inverno del  2014, dalla conduzione politica riformatrice dell’attuale Presidente ucraino  Petro Oleksiyovych Poroshenko, e la volontà del popolo ucraino di aderire all’Europa, hanno reso maturi i tempi per svelare al mondo  il dramma di Holodomor la carestia "artificiale" del 1932-1933.

 

Pubblicato: 24/11/2018
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