N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 162° Luglio 2024 Anno XIV°  

Nella guerra russo-ucraina, gli ucraini stanno difendendo non solo la loro terra.

 tratto da Euromaidanpr Italia

Nella guerra russo-ucraina, gli ucraini stanno difendendo non solo la loro terra.

 

La guerra non dichiarata (non a caso chiamata "guerra ibrida") condotta dal Cremlino contro l'Ucraina mira ad un completo esaurimento delle forze ucraine e rappresenta una delle tappe della politica estera globale del Cremlino che prevede un'escalation dell'aggressività continua nei rapporti con altri paesi.
L'Ucraina ha scelto da sola, (ed è un suo diritto) la propria strada verso la democrazia, sperando di poter diventare parte del mondo occidentale, parte dell'Europa. Lo scopo della Russia è distruggere questo sogno ucraino e Mosca è pronta ad ostacolare il cammino degli ucraini verso una vera indipendenza al costo di bisticciare per questo con il mondo intero. La cosa più importante per il Cremlino in questo momento è non permettere agli ucraini di avere un loro Stato indipendente.

Pertanto, solo l'appartenenza alla NATO e lo spiegamento di basi militari dell'Alleanza sul territorio ucraino possono proteggere permanentemente l'Ucraina da ulteriori invasioni e occupazioni della Russia.
Rimandare la questione dell'adesione dell'Ucraina alla NATO non solo aiuta i progetti del Cremlino, ma è anche in contrasto con gli interessi dell'Occidente, perché nel caso la Russia riuscisse ad occupare tutto il territorio ucraino, impossessandosi di tutte le risorse del paese, allora Putin veramente potrebbe rivendicare lo status di una superpotenza.

Per questo motivo, l'integrazione dell'Ucraina nell'Unione Europea e nella NATO può diventare una risorsa geopolitica per la civiltà occidentale. La mancata attenzione verso la questione ucraina, invece, indebolisce l'Occidente.
Mosca, sperando di inghiottire l'Ucraina, è pronta ora a compiere qualsiasi ulteriore passo aggressivo e questo sicuramente non sarebbe stato possibile, se l'Ucraina non fosse stata fermata e congelata sulla soglia dell'Europa unita per quasi 30 anni.

Nel frattempo, il Cremlino sta perseguendo una politica di caos sulla scena internazionale.
L'obiettivo di Mosca è la riorganizzazione dell'ordine mondiale in modo da imporre il tandem Cina-Russia come principale giocatore nel nuovo mondo bipolare. Anche se Putin continua a non capire che la Russia è così debole economicamente da non avere alcuna possibilità di rivendicare una partnership alla pari con la Cina.

Il Cremlino non è in grado di creare un nuovo ordine mondiale secondo la sua dottrina attuale, dal momento che non ha basi militari o economiche per tale trasformazione.
E i tentativi di Mosca di "giocare" ad una superpotenza, utilizzando a questo scopo anche le guerre in Ucraina e Siria, non sono in grado di elevare lo status geopolitico della Russia che rimane sempre una potenza regionale con risorse limitate.

Ora Putin testa la pazienza degli USA con i racconti dei nuovi missili che mirano a colpire il territorio americano (come se prima i missili russi avessero qualche altro scopo). Ovviamente, tali tentativi di intimidazione verso gli Usa da parte della Russia sembrano come minimo ingenui. Ma, se gli USA non prestano abbastanza attenzione alla difesa degli alleati europei, Putin potrebbe cercare di invadere gli Stati baltici e la Polonia. La speranza del Cremlino è quella di spingere gli Stati Uniti a rinunciare agli obblighi internazionali nei confronti dei loro alleati. Il senso di questa roulette russa è provocare una profonda crisi di sicurezza globale in modo che il presidente russo possa agire sulla scena mondiale come un "venditore della pace nel mondo" in cambio di determinati favori e riconoscimenti americani.
In questo gioco globale con l'America, il Cremlino cerca di giocare in tutte le direzioni possibili. La Russia non riesce a superare ancora la sconfitta nella Guerra Fredda, il crollo dell'Unione Sovietica e il fatto che i paesi dell'ex Patto di Varsavia volessero aderire all'UE e alla NATO.

La traumatica sindrome post-imperiale di Putin è diventata la causa delle incredibili e grottesche affermazioni dei rappresentanti russi che parlano del diritto esclusivo della Russia di decidere il destino di altre nazioni.

Nella visione del mondo di Putin non c'è spazio per un'Ucraina indipendente e i moscoviti non riescono neanche ad immaginare che l'Ucraina possa scegliere l'Unione europea e non la Russia.

Se cediamo il passo al desiderio di Putin, allora questo nuovo ordine mondiale, voluto dal Cremlino, vorrà dire che il destino delle nazioni più piccole possa essere determinato dai bisogni geopolitici dei paesi più grandi. E questo legittimerebbe naturalmente tutte le violazioni del diritto e dei trattati internazionali, pulizie etniche e annessioni comprese.

I "tamburi di guerra" che si sentono in tutto ciò che viene dalla Russia non rappresentano solo un pericolo per l'Ucraina o la Siria, ma per tutti i paesi che possano risultare invitanti agli invasori moscoviti, pronti a "liberare" qualsiasi paese, con qualsiasi pretesto, dai suoi abitanti.

L'Ucraina si è trovata in prima linea nel conflitto tra Putin e l'Occidente.
La Russia minaccia in continuazione il mondo facendo leva sul possesso delle armi nucleari capaci di distruggere tutto in pochi minuti. Le minacce servono anche per imporsi nella questione della fornitura di gas. La Russia vuole controllare tutti i gasdotti in Europa. E la costruzione del North Stream-2 serve per rendere inutili le forniture di gas dalla Russia all'UE attraverso l'Ucraina.
L'economia russa si basa sulla vendita di petrolio e gas all'Unione europea. La Federazione Russa non esporta nient'altro e non ha altre entrate.
E uno dei motivi della guerra russa contro l'Ucraina è stato il fatto che Mosca aveva bisogno di gas e oleodotti per ottenere il pieno controllo dell'esportazione di energia verso l'Europa.

L'invasione russa del territorio ucraino può essere considerata, come vediamo, come la più grande crisi globale dall'inizio del XXI secolo.

Con riferimento all'articolo di Viktor Kaspruk per
https://www.radiosvoboda.org/a/29813432.html

 

 

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Pubblicato: 12/03/2019
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