N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 173° Giugno 2025 Anno XV°  

L'Attentato a Falcone che cambiò il volto dell'Italia

“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali
e continueranno a camminare sulle gambe degli uomini”....
"La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio ed avrà anche una fine” (Giovanni Falcone
L'Attentato a Falcone che cambiò il volto dell'Italia
 
by Sabina Fattibene
 

Nel 23 Maggio 2025 ricorrono i 33 anni dalla strage di Capaci,era il 1992,è stato un attentato mafioso sull'autostrada A29, vicino allo svincolo di Capaci, a Palermo. Il tempo era nuvoloso, nell'aria un senso di pesantezza. L'esplosione fu causata da una carica di tritolo, che uccise il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta.

Il giudice Falcone tornava da Roma, come faceva ogni fine settimana. Aveva a disposizione un jet di servizio, partito dall'areoporto di Ciampino alle 16,45, arriva a Punta Raisi dopo un viaggio di cinquantatre minuti. Lo attendono quattro autovetture: tre Fiat Croma, gruppo di scorta sotto il comando del capo della squadra mobile della Polizia di Stato, Arnaldo La Barbera.

Sceso dall'aereo, Falcone si posiziona alla guida della vettura bianca, accanto a lui la moglie Francesca Morvillo, mentre l'autista giudiziario Giuseppe Costanza si pone sul sedile posteriore.

Nella Croma marrone alla guida Vito Schifani, con accanto l'agente scelto Antonio Montinaro e, sul retro, Rocco Di Cillo. Nella vettura azzurra Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo.

La Croma marrone fa da staffetta, è in testa al gruppo, seguita dalla Croma bianca, con Falcone al volante, in coda la Croma azzurra. Vengono avvisati i sicari che hanno posizionato gli esplosivi, che le auto sono partite, imboccano l'autostrada in direzione Palermo.

Tutto sembra tranquillo, tanto che non attivano le sirene. Nel frattempo una macchina si affianca alle tre croma blindate, per darne segnalazione ai killer che erano in agguato sulle alture.

La carica di tritolo di cinque quintali è posizionata in un tunnel scavato sotto la sede stradale nei pressi di Capaci – Isola delle Femmine, aziona il telecomando Giovanni Brusca, sicario di Totò Riina.

Prima dell'esplosione, Falcone si accorge che le chiavi di casa erano assieme alle chiavi della macchina, le toglie dal cruscotto, rallentando la sua corsa. Brusca, rimane spiazzato, preme il pulsante in ritardo, l'esplosione investe solo la Croma Marrone, la prima auto del gruppo scaraventandone i resti sulla carreggiata opposta, i tre agenti muoiono sul colpo. Al momento dello scoppio si sentì un boato, la terra tremare come in un terremoto. 

L'auto del Giudice, la Croma bianca, si schianta contro il muro di cemento e detriti innalzatosi per via dello scoppio. Falcone e la moglie vengono proiettati verso il parabrezza. Falcone, riporta ferite che non sembrano gravi, ma muore dopo il trasporto in ospedale per emorragie interne, anche la moglie muore poco dopo di lui.

Feriti gli agenti della terza auto, si salvano per miracolo una ventina di persone che transitavano con le loro auto sul luogo della strage.

Intanto la notizia iniziava a diffondersi tramite i media. Ricordo che in quelle stesse ore, ero con persone ad un Galà di beneficenza all'Hotel Ritz, di Roma, tutto si fermò la gente rimase attonita, quando fu comunicato al microfono: ”Il giudice Giovanni Falcone e la moglie sono morti, ora, in un attentato mafioso”

A tale notizia mi si gelò il sangue per lo sconcerto, pensando ecco tutto quello che lo stesso falcone prevedeva si è compiuto.

A distanza di 57 giorni toccò a Paolo Borsellino. Due attentati che cambiarono il significato del termine mafia in Italia e nel mondo. Volantini andavano in giro con la citazione del giudice Falcone “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe degli uomini”. Con l'attentato si è fatto tanto rumore che la gente si è unita formando associazioni e iniziative a nome di Falcone e Borsellino, eroi di giustizia. Tanti i giovani schierati contro ogni tipo di mafia, combattendo l'illegalità, ponendo come emblema le parole di Falcone “La mafia, come ogni fatto umano,ha avuto un inizio ed avrà anche una fine”.

Nel giorno 23 Maggio, tante sono state le manifestazioni, anche da parte del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, con la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone nata per ricordare il sacrificio di due eroi Falcone - Borsellino e la lotta contro tutte le mafie. Si è istituito anche il “viaggio della Legalità” grazie ad una nave partita il 22 Maggio da Civitavecchia ed arrivata a Palermo, dopo una notte di navigazione, dove è stata accolta da 1500 studenti arrivati da tutta Italia, presente anche Maria Falcone sorella di Giovanni Falcone e molti esponenti delle Istituzioni e rappresentati di Governo.

Tutti raccolti in un momento solenne di “Silenzio” suonato da un Trombettiere della Polizia di Stato. 

Pubblicato: 25/05/2025
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