N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 160° Maggio 2024 Anno XIV°  

UN VIAGGIO NEL BUIO

Cosa fate quando avete mal di schiena, le ossa rotte, mal di gola, tutti i sintomi di una bella influenza? Restate a casa, tralasciate il lavoro e, affidando ad altri le vostre incombenze più importanti, vi mettete a letto finché non siete guariti.

UN VIAGGIO NEL BUIO

Come reagite invece quando, senza nessuna causa fisica, vi sentite spenti, tutto vi sembra grigio e pesante, ogni richiesta un peso opprimente, e niente vi entusiasma? Andate al lavoro, continuate a svolgere le incombenze quotidiane, e se qualcuno vi chiede “come va?”, rispondete mentendo “Bene, grazie”. Date ascolto alla voce interna che vi spinge a fare uno sforzo per tirarvi su, a reprimere dubbi, angosce, incertezze. Non pensate di fare una pausa per cominciare a riflettere sul corso degli eventi. Tutti noi, del resto, abbiamo interiorizzato l’invito categorico ad essere felici, vincenti, ad ignorare i sentimenti di fallimento. Pur sapendo che le giornate grigie sono parte integrante della vita, poche volte siamo disposti ad accettarlo. Si cerca di superare il punto morto ricorrendo a qualsiasi mezzo per risollevare il morale: dolciumi, sport, caffè, sesso, alcol, psicofarmaci.
           Con questo non intendo negare il dramma delle depressioni gravi, spesso conseguenze di alterazioni biochimiche a livello cerebrale o endocrino, vere e proprie malattie. In questi casi abbandonarsi solo al dolore per cercare le cause profonde del malessere rischia di causare il peggioramento della malattia, lasciando il depresso troppo presto in balia di contenuti soverchianti .
         Tenendo conto che le depressioni dipendono da un interazione di fattori biologici, sociali e psicologici, e che a seconda dei casi hanno una prevalenza gli uni o gli altri, vorrei richiamare la vostra attenzione su quegli stati depressivi che possono rivelarsi vitali e costruttivi. Di fronte ad esperienze negative (come rotture sentimentali, lutti, licenziamenti) di cui non riusciamo a spiegarci le cause possiamo reagire con sentimenti di stanchezza, vuoto e confusione che una risposta di adattamento alla realtà. Infatti inconsciamente sentiamo inadeguati i soliti modelli di relazione o comportamento. Un individuo in movimento deve avere il coraggio di soffrire ed essere depresso : affrontare il proprio doloroso disorientamento è la spinta  necessaria per superare le vecchie certezze, per raggiungere una maggiore età mentale.
Questo il momento di affidarsi alla psiche, che sola può dare risposte.
I nuovi sogni possono procurare intuizioni nuove, le notti di veglia dare il giusto spazio ai sentimenti di dolore e delusione, permettendo di scoprire le cause. Infine l’esaurimento costringe al riposo, permettendo di lasciare libero corso alle associazioni e di prestare la dovuta attenzione a quanto emerge dall’inconscio.
Attraverso questo lavoro si può giungere a rintracciare intenzioni finora inconsce, riflettere su senso e nonsenso di certi comportamenti, scoprire perché ci si trovi in quel disorientamento completo. Si può trovare un senso alla propria vita, confrontandosi con il lato buio dell’umana esistenza, magari nell’unica speranza di pervenire ad un tragico ottimismo.
Carl G. Jung consigliava ai suoi pazienti depressi: “La depressione è come una signora in nero. Quando appare, non cacciarla, ma invitala alla tua tavola e ascolta cosa ha da dire.”
Fermiamoci un attimo, lasciamo spazio e tempo alle nostre voci interiori, aspettiamo che arrivi naturalmente il senso, ascoltiamo la nostra Signora.
Anche se è spesso impossibile permettersi il lusso di allontanarsi dal lavoro e dalle pressioni giornaliere, troviamo un tempo e un luogo in cui poter iniziare quel viaggio interiore di interpretazione, comprensione e autocoscienza, che è la via maestra per riordinare la trama della propria esistenza. 

Pubblicato: 02/06/2013
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