N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 160° Maggio 2024 Anno XIV°  

L'INPS DIMENTICA I DISABILI, GLI INVALIDI CIVILI E GLI AFFETTI DA PATOLOGIE GRAVISSIME

L'INPS DIMENTICA I DISABILI, GLI INVALIDI CIVILI E GLI AFFETTI DA PATOLOGIE GRAVISSIME

 by Fabrizio Santori (Dirigente della Lega Salvini Premier, Roma)

 
In questi mesi la gestione dell’INPS si è rivelata fallimentare e scadente, incapace oltre ogni pessimistica previsione, a poco valgono le frasi fatte e autocelebrative di chi ha dimostrato di non capire nulla di quale fosse il suo incarico. Crudele la burocrazia in smart working, un muro di gomma che con grande maestria discrimina tra chi è più solo e meno solo, tra chi è minimamente autosufficiente e chi dipende dagli altri anche per respirare.
 
A Roma centinaia di visite per disabili e invalidi affetti anche da patologie gravissime sono state cancellate dall’Inps e i cittadini e i loro familiari disperati si sono rivolti a noi per avere una risposta a un loro diritto che viene continuamente calpestato. Non è ammissibile che per una visita ex L. 104/92 debbano trascorrere 13 mesi e che l’INPS abbia la prepotenza di cancellarla con un comodo sms la sera prima o che la lettera di convocazione arrivi successivamente la data fissata. Come si può interpretare la contraddizione palese che reca il riconoscimento dell’invalidità grave e non i benefici previsti dalla legge 104/92 in tali casi? Vergognoso che, di converso, le lettere spesso arbitrarie di presunto indebito con richiesta di restituzione delle prestazioni o indennità abbiano mai come ora tempi celeri e perentori.
 
Sono troppe le segnalazioni di cittadini che restano in balia di un ente che in nome del Covid-19 sfugge ai propri doveri. Sedi a cui si accede solo previo appuntamento preso telefonicamente con impiegati che non hanno informazioni sulla chiusura degli uffici preposti e non danno spiegazioni sui rinvii delle visite, e che dopo ore di attesa al momento di fissare un accesso agli uffici cade sistematicamente la linea. In questo scenario si chiede agli anziani e ai più fragili e indifesi di restare a casa, col sottinteso che il sistema sanitario nazionale smusa a farsene carico in caso di contagio, ma si nega loro la possibilità di essere aiutati e assistiti da chi per legge e volontà potrebbe dedicargli il tempo necessario.
 
Folle immaginare che la figura del medico legale, in ottemperanza alle misure di contenimento della pandemia, sia dispensata da ogni onere afferente la sua funzione nell’ambito del proprio incarico come fosse un impiegato amministrativo in modalità di lavoro agile. Non è in alcun modo giustificabile che un malato oncologico sia spossessato del diritto di curarsi e mantenere il posto di lavoro e, che a causa di tempi infiniti spesso non riesca ad arrivare alla visita, in beffa a chi si trova oggi più che mai a fare i conti con la scelta di darsi una speranza con una ulteriore visita specialistica o al darsi una assistenza a domicilio.
 
Non è ammissibile che per una visita ex L. 104/92 debbano trascorrere 13 mesi e che l’INPS abbia la prepotenza di cancellarla con un comodo sms la sera prima o che la lettera di convocazione arrivi successivamente la data fissata. Come si può interpretare la contraddizione palese che reca il riconoscimento dell’invalidità grave e non i benefici previsti dalla legge 104/92 in tali casi? Vergognoso che, di converso, le lettere spesso arbitrarie di presunto indebito con richiesta di restituzione delle prestazioni o indennità abbiano mai come ora tempi celeri e perentori.
Nel puntualizzare che la casistica non è esaustiva ma meramente esemplificativa, si auspica che un avvicendamento ai vertici dell’INPS avvenga come atto di coscienza di chi sembra non voler capire che chi vive ore disperate tra la malattia e l’abbandono delle istituzioni non ce la fa più a rispettare i dettami di legiferazione convulsa fatta di decreti emanati ma nella realtà dei fatti rinnegati.
Pubblicato: 06/11/2020
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