N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
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Una stella ci ha lasciato, ANTONELLA LUALDI , la diva del cinema anni 50

Una stella ci ha lasciato, ANTONELLA LUALDI , la diva del cinema anni 50

by Sabina Fattibene

Una delle ultime dive degli anni d'oro del Cinema italiano, Antonella Lualdi se ne andata, una stella nella notte delle stelle, il 10 Agosto 2023, dopo una lunga malattia era ricoverata in un ospedale vicino Roma, aveva 92 anni. Ne ha dato notizia  all'Ansa il fratello Carlo. Era La signora del Cinema italiano, grazie a MarioMattioli nel 1949, gira all'età di diciatto anni il film strappa lacrime “Signorinella”, in stile Neorealistico dei film del tempo. L'anno successivo con “Canzoni per le strade” di Mario Landi, conquista la  fama a livello popolare. Sul set del film conosce l'uomo della sua vita Franco Interleghi protagonista del film Suscià e di diverse pellicole neorealiste, diretto da Fellini, Antonioni, De Sica, Rossellini, Blasetti. La Lualdi si sposerà con lui nel 1955, avranno due figlie Antonellina e Stella. Saranno una coppia molto turbolenta ma resteranno uniti sino alla morte di Interleghi avvenuta nel 2015. Pubblicherà tre anni dopo nel 2018, la sua autobiografia Antonella amata da Franco che scrive in collaborazione con Diego Verdegiglio.

Nel libro mette in risalto il grande amore che  suo marito nutriva  per lei e di quanto lui è stato importante nella sua vita, tanto che la sua scomparsa l'aveva portata ad un grande scoramento. La stesura del libro l'ha aiutata ad alleggerire questo  stato depressivo.

Antonella Lualdi nasce a Beirut 6 Luglio del 1931, da padre pugliese e madre greca, la famiglia rientra in Italia alla fine della guerra mondiale. Arriva a Roma a Cinecittà e da subito entra a far parte del mondo della celluloide. Al suo esordio viene paragonata alle attrici in voga Lucia Bosè e Gina Lollobrigida. 

 

Tra i suoi film di successo si ricordano, E' arrivato l'accordatore (1952), Il Cappotto ( 1952 ) di Alberto Lattuada .

Con Franco Interleghi ha fatto i film Gli Innamorati (1955) Padri e figli (1957) di Mario Monicelli. Con Lizzani ha girato Cronache di poveri amanti. Poi arriva il regista Mauro Bolognini che cambierà la carriera di Antonella Lualdi con un film particolare La notte brava dove farà una prostituta indurita dalla vita.

Affascina i registi esteri che l'accolgono felicemente,le si aprono le porte del Cinema francese con Claude Chabrol con A doppia mandata del 1959. Tornerà spesso a Parigi, dove sarà di casa, adorata dal pubblico francese e amata da Claude Sautel che le farà interpretare un ruolo in “Tre amici, le mogli..e affettuosamente le altre”.

Nel 1992 ha un ritorno di popolarità partecipando alla serie televisiva francese Il commissario Cordier nel ruolo della signora Lucia Cordier, moglie italiana del commissario. Con il suo fascino e il suo sorriso primeggia nelle copertine dell'epoca. Negli anni 70 appare sexy nella edizione italiana di Playboy nel 1979.

Avrà un esperienza come cantante incidendo il 45 giri Il Sogno, con gli arrangiamenti e la direzione d'orchestra di Stelvio Cipriani.

L'ultimo film è stato La bella società regia di Gian Paolo Cugno nel 2009.

Mentre apparirà su Rai 1 nel 2023 al programma Oggi è un altro giorno di  Serena Bortone che  le fa un'intervista sulla sua carriera. La Lualdi racconta del suo buon rapporto con Totò ed Alberto Sordi, che non solo erano attori con cui ha lavorato ma anche dei cari amici, spesso facevano serate conviviali insieme, ha anche parlato della sua fede calcistica la Lazio, e l'amiciza con Pasolini e Federico Fellini. Ed ha anche ricordato come le sue pellicole più belle erano prese di mira dalla censura.

In Italia Le rouge et le noir aveva perso il suo titolo ed è anche tagliato di tre quarti d’ora a causa della coalizione fra distributore e censura. Le rouge et le noir di Claude Autant-Lara è il mio film più bello - dice Antonella Lualdi -. In Italia uscì però col titolo L'uomo e il diavolo, come se qui si ignorasse il romanzo di Stendhal». Autant-Lara «Venne a casa mia, a Roma, arrabbiatissimo: “Ho rispettato Stendhal - diceva - e in cambio mi censurano!”». questo certo per la società bigotta dell'epoca.

Pubblicato: 12/08/2023
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