N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 159° Aprile 2024 Anno XIV°  

Il Papa Francesco benedice due opere dello scultore Alejandro MarmO

 Di Patrizio Imperato di Montecorvino

(nella foto: Alejandro Marmo con Papa Francesco nel corso della benedizione alle sue due Opere l’Operaio di Cristo e la Vergine di Lujan)

Il Papa Francesco benedice due opere dello scultore Alejandro MarmO

 Nel pomeriggio del 16 novembre 2014, il Santo Padre, ha benedetto due opere del noto scultore Alejandro Marmo nel corso di in una cerimonia privata. Due sculture di questo artista argentino, l’Operaio Cristo e la Vergine di Lujan. Alejandro è di padre italiano e di madre greca ed è la sintesi artistica di due culture che richiamano espressioni di una vita sociale spesso priva di quell’unità che le sue opere manifestano invece quale richiamo alla responsabilità di quella bellezza la cui armonia è data proprio dalla ricerca di senso che avviene solo nella reciprocità di valori e costumi afferenti a quell’indistinta unità la cui arte ne lambisce la possibilità, se condivisa e quindi vissuta; come testimoniano i giovani argentini che hanno accolto tale sfida. Infatti, è possibile approfondire questa catechetica arte del vissuto nella lettura biografica e artistica pubblicata sui molti siti che ne compendiano i meriti e lo stile. Queste due opere, saranno situate all'interno dei giardini Vaticani. Nell’occasione, Papa Francesco ha sottolineato che: "Queste immagini sono il segno della creatività capace di trarre anche dallo scarto di merce abbandonata un degno uso. Sono un simbolo del genio che Dio volle fosse nella mente di un artista ". Ha aggiunto : "Questo è un messaggio al mondo che fino a quando il Figlio dell'uomo verrà nulla è perduto, nulla viene scartato, tutto ha un significato all'interno della magnifica opera di Dio. " Nel frattempo, Marmo si è così espresso: " Il Santo Padre ha la vicinanza di un vescovo. Con esso ho costruito il dialogo per promuovere la cultura del gioco. Non vi è arte ", aggiungendo che " ciò che è alloggiato in Vaticano è la garanzia del processo di lavoro, l'altro polo di scarto culturale”. Lo scultore, autore anche degli affreschi di Evita, il 9 luglio a Buenos Aires, ha condotto anche qui le sue opere con materiali di scarto, elevando e trasformandola in armonica bellezza. Il suo metodo è stato accolto nei programmi di recupero dalle dipendenze, collaborando in tal senso al processo di costruzione della gioventù argentina che partecipano, per l’appunto, a questi programmi di recupero dalla dipendenza nella Città di Buenos Aires. Entrambe le opere saranno situate, come già sopra riportato, nei giardini Vaticani. Con il sostegno di Papa Francesco l'artista ha aperto un dialogo tra l'arte popolare, che nasce dagli spazi di marginalità, e il cammino di evangelizzazione. Ancora una volta “l’arte” si fa promotrice di quel rapporto essenziale quale espressione del vero la cui fecondità è l’armonico segno dell’autentica ragione illuminata dalla fede. A tal fine riporto, brevemente, un tratto essenziale dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, quando  il 19 gennaio del 2004 si incontrò con J. Habermas a Monaco presso la Katholische Akademie in Bayern per rispondere alla domanda: La democrazia liberale ha bisogno di premesse religiose? Ne nacque un dialogo in cui si ritenne di concordare tra ragione e fede la necessità di autolimitarsi a vicenda per avvantaggiarsene reciprocamente. Entrambi, infatti, si trovarono d’accordo nell’individuare nella nostra epoca una svolta “postsecolare” che obbliga a porsi domande nuove e tentare delle soluzioni: “il laico deve riconoscere una maggiore presenza del discorso religioso nella sfera pubblica, il religioso, d’altro canto, deve prendere atto che ciò lo costringe a misurarsi con le regole laiche della democrazia e con i problemi di tolleranza e convivenza posti dalla pluralità delle religioni e delle culture”.

 

Approfondimenti: http://es.wikipedia.org/wiki/Alejandro_Marmo

Pubblicato: 17/11/2014
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