N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 159° Aprile 2024 Anno XIV°  

18/05/19 COMMEMORAZIONE UFFICIALE A MONTE CASSINO DEL GENERALE POLACCO ANDERS E DEI SUOI SOLDATI

 by  Leonardo A. Losito

18/05/19 COMMEMORAZIONE UFFICIALE A MONTE CASSINO DEL GENERALE POLACCO ANDERS E DEI SUOI SOLDATI

 

Alla scrittrice canadese Margaret Eleanor Atwood (il suo primo editore italiano fu nel 1976 lo scrittore Mario Monti per la Longanesi) e' sempre piaciuto riscrivere e reinterpretare
la storia e la società attraverso nuovi punti di vista: c’è la storia e la vera storia, diceva lei. Poi c’è la storia di come ci e' stata raccontata la storia e infine quello che a volte rimane fuori della storia, ma che fa pure parte della storia.
Pensavo proprio a lei l'altro giorno, quando il Presidente Sergio Mattarella  con il collega polacco Andrzej Duda ha partlato di quella Polonia che a Montecassino, tre quarti di secolo fa, vide i soldati del 2° Corpo d’Armata Polacco di  Liberazione donare l’anima a Dio, il cuore alla Polonia e il corpo alla terra italiana.
Sbarcati 75 anni fa in Puglia, dopo una lunga peregrinazione dalla Siberia di Stalin, furono loro a liberare tutta una serie di citta' italiane lungo il verante adriatico, aprendo il varco verso Roma agli Alleati anglo-statunitensi.
Nell'epica battaglia che scompaginò nel 1944 la linea Gustav dell'occupante tedesco, a guidare i soldati c'era il Generale Wladyslaw Anders. Anche lui dovette  fare i conti con una storia arcigna ed anaffettiva che, a distanza ravvicinata di appena pochi anni, ce lo dipinse come eroe prima e come protagonista imbarazzante dopo (in ossequio agli accordi di Yalta ed alla Guerra Fredda). Costringendolo all'esilio in Inghilterra ed all'onta di essere privato della cittadinanza polacca inflittagli dal post-bellico governo comunista sovietizzato.
Ma il tempo sa essere  galantuomo. E con lui ed i polacchi lo è stato.  Sabato scorso, nel cimitero militare polacco di Monte Cassino, il nostro Capo dello Stato ed il Presidente polacco hanno ribadito a chiare ed inequivocabili lettere che quella dell’integrazione europea è la migliore idea che abbiamo mai avuto nel nostro Continente.
E nessuno piu' dubita che una tessera essenziale di questo complesso mosaico, seppure tuttora in progress, siano stati proprio i polacchi a collocarla: con il sacrificio offerto in una battaglia per futura liberta' dei popoli europei.
Tra Italia e Polonia, la storia condivisa e' certamente e non da oggi un dato di fatto. Anche sotto il profilo culturale e spirituale: ivi compresi i rapporti ravvicinati fra  Chiesa  e  Stato, con  i rispettivi contributi alla vita delle due Nazioni. Dall'epoca rinascimentale di Bona Sforza duchessa di Bari e regina di Polonia, all'epopea risorgimentale garibaldina di Francesco Nullo, caduto in battaglia nel  1863 a fianco dei polacchi insorti contro l'occupazione zarista. Per arrivare all'odierna condizione di alleati nella NATO e nell'UE.
Vero e' che la Polonia in secoli diversi ha svolto il compito di antemurale della Cristianita', Come  non e' piu' un mistero che i soldati di Anders trovassero tempo e modo di andare puntualmente a messa di domenica, fedeli ed in preghiera alla Madonna di Czestochowa, persino in pieno svolgimento di azioni belliche. Come quando miracolosamente respinsero dal 13 al 15 Agosto 1920 l'Armata Rossa di Lenin sulla Vistola. 
In Italia – come ha ricordato Mattarella – le relazioni con la S. Sede sono ottime sotto ogni profilo. Come recita la Costituzione, ciascuno nel proprio ordine  collabora e si incontra sia in sede interna che internazionale, nella dimensione culturale, educativa e sociale. 
Sentimenti questi,  avvertiti intimamente anche in questa cerimonia con diverse migliaia di cittadini accorsi da ogni angolo dei due Paesi: non un refolo, non un sospiro, non un rumore di troppo quando l'orchestra del corpo di rappresentanza militare polacco ha intonato il tema di Papaveri rossi a Monte Cassino: una delle canzoni patriottiche piu' conosciute dai polacchi (e non solo da essi) in ogni parte del mondo.
Emozioni a parte, c'e' da dire che  anche le realta' istituzionali governative  ed i passi delle rispettive Diplomazie hanno saputo offrire un emblematico senso compiuto e non casuale,  gravido  di eloquente simbolismo. A Varsavia, e' Aldo Amati (per la prima volta un Capo Missione  bergamasco come Francesco Nullo) che la Farnesina ha qui voluto in carica come Ambasciatore d'Italia. Laddove a Roma, sara' prestissimo la figlia dell'eroe di Monte Cassino, Anna Maria Anders, il nuovo Ambasciatore di Polonia.
Nel suo accorato ed applauditissimo discorso, la Senatrice Anders ci ha raccontato che erano due i sogni di suo padre: la Polonia e l'Europa finalmente libere dalle dittature di ogni colore e l'ardimento del soldato polacco riconosciuto in tutto il mondo. 
La preveggenza di questo grande condottiero rimane un lascito non obilabile  per le nuove e le  future generazioni di ciascun Paese del vecchio Continente.
Pubblicato: 21/05/2019
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