N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 159° Aprile 2024 Anno XIV°  

Alessandro Trani, intervista ed introduzione alla sua arte

Alessandro Trani, intervista ed introduzione alla sua arte
by Giulio de Nicolais 
 
Ho incontrato Alessandro Trani, avvocato ed artista qui a Roma, per l'inaugurazione del suo nuovo Studio, in Via Carlo Botta n.45, Rione Monti, Colle Oppio, a due passi dal Colosseo, in quello che viene definito ormai il rione dei Maestri dell'immagine, famosi autori e registi del grande schermo come Mario Monicelli, Lina Wertmüller, Pier Paolo Pasolini, Mimmo Calopresti ed anche grandi pittori dal Caravaggio, il quale abitò qui nel rione Monti, ad Ettore Roesler Franz, il quale di Monti ha dipinto gli scorci nei suoi famosi acquarelli.
 
In questo nuovo suo Studio Alessandro Trani tiene in mostra permanente alcune delle sue opere pittoriche a lui stesso più care, e rappresentative della sua arte.
 
Artista romano, si forma nell'ambito di varie associazioni della Capitale, tra cui  “Cento Pittori Via Margutta” e “Art Studio Tre”.
Dal 2006 presenta le opere ad olio della serie “I mari di Trani” e dal 2015 le opere a tecnica mista delle serie “Alfa, Omega e i paradisi primordiali”e “Orizzonti”, a cavallo tra figurativo moderno (marine ed altri paesaggi) e astrazione (dalle marine verso l'espressionismo astratto). 
Ha al suo attivo numerose mostre, personali e collettive, in Italia ed all’estero, con successo di pubblico e di critica. Espone in permanenza a Roma con Medina Art Gallery.
 
Alessandro, a che età hai cominciato a dipingere?
Ho iniziato a dipingere prima di farlo, solo immaginandolo fin da bambino, osservando le opere dei grandi maestri dell'arte antica e moderna.
 
Quali sono stati i tuoi maestri o comunque c'è qualcuno o un movimento al quale ti sei ispirato?
Non ho avuto maestri ma ho assimilato la loro lezione. Non mi sono ispirato ad uno o più di loro, ho solo lasciato che la tela si colorasse dei colori del cielo e del mare, sopra e sotto la linea dell'orizzonte.
 
Che cosa racconta la tua pittura?
La mia pittura racconta l'esperienza di momenti vissuti, che divengono punti di vista verso l'orizzonte, sospesi tra cielo e terra, ove il mare è sempre presente, reale, immaginario, surreale o sognato. Amo il mare e le nature incontaminate, occasioni di viaggio e riflessione. Viaggio e rifletto nel ricordo e nella prospettiva, consapevole od inconscia, di un paradiso personale; ma non fuggo, anzi vivo quell'attimo in cui tutto è in armonia ed equilibrio: sono sensi e pensieri di un inizio e di una fine mai sconvolti e che puntualmente si ripresentano con scenari di luci e colori mutevoli, nella solitudine di un orizzonte, che non svela certezze ma che annuncia presenze. 
 
La ricerca di Trani parte da un baricentro necessario, che è determinato da quel mondo delle idee, della riflessione e della verità di vita, con cui gli uomini raramente si confrontano, perché immersi nella magmatica sostanza di un’esistenza dettata dalla velocità delle azioni e non dalla consapevolezza della coscienza. Per questo, fra i pittori contemporanei, Trani è il custode di un mondo parallelo e necessario all'esistenza. Le sue linee di colore diventano un’esperienza emozionale intensa e concreta, attraverso la quale riuscire a comprendere l’evoluzione del soggetto, e costituiscono un’oasi felice e responsabile, rifugio da quel caos quotidiano che ha accompagnato la storia del genere umano” (Giammarco Puntelli).
 
In Alessandro Trani il confine tra reale e irreale è ridotto al minimo. I rosa, gli azzurri e i tocchi di bianco, sono gli strumenti utilizzati dall’artista per realizzare dei luoghi dove il dato temporale viene sottratto in favore di una realizzazione totalizzante. 
Non siamo di fronte a scorci di mare, come quelli dipinti dagli artisti veristi di tardo Ottocento, dove il dato reale aiuta lo spettatore ad orientarsi nella scena; ma dinanzi a luoghi “senza”, ossia dei non luoghi.
Trani dipinge scenari senza caos, privi della confusione che caratterizza la nostra quotidianità. Dove la geografia perde i confini, il mare perde la sua densità e tutto diventa metafora di uno spazio in cui la nostra anima e il nostro corpo possono trovare pace. I paesaggi sono costruiti per sottili pennellate, che creano l’effetto ottico di un indeterminato confine, rendendo le rappresentazioni sempre più visionarie. La pittura, quindi, è strumento per creare zone di contemplazione in cui però il dato reale, presente e costante, è impercettibile.
Il mare increspato, il cielo infinito e la luna, che delicatamente scompare, sono gli unici punti di riferimento di un viaggio che si rivela interiore. Sono luoghi dell’anima che rappresentano la vastità della psiche umana. In Trani è possibile rintracciare sia la tecnica degli Impressionisti, che invita a guardare il quadro nella sua totalità, sia la metafora simbolista, dove ogni pennellata è un rimando ad un’altra. Infine, c’è quel senso di mistero tipico dei brani di paesaggio che si possono trovare in alcuni dipinti di Giorgio da Castelfranco o Tiziano Vecellio, i quali conducono verso un altrove, anche se questo ha il suo referente nella realtà.
Tuttavia, la contemplazione, il mistero, la pace, la sintesi concettuale tra cielo e mare, trovano in Piero Guccione il punto di riferimento più rilevante: con tangenze visive ed estetiche ben visibili, Trani parte da qui per realizzare le sue opere, dalla pittura delicata e sinestetica dell’artista siciliano. 
Sebbene faccia sua la lezione di Guccione, per spingersi ad una sintesi ancora più estrema: pura pittura, astratta, concettuale e sintetica. È compito dell’osservatore individuare il dato reale (che in Guccione è più marcato), il quale deve essere utilizzato come punto per orientarsi in questi panorami svuotati di ogni elemento di disturbo. Trani ci invita ad andare oltre il punto di orizzonte che si fa sempre più raro, a superare gli ostacoli della natura e a raggiungere l’armonia.

Come nel bosco di Caspar David Friedrich o nell’Infinito di Giacomo Leopardi, ma senza errare perché qui l’uomo si deve ricongiungere con l’immensità dei suoi interminati spazi e sovrumani silenzi (Gianluca Carchia). 

CATALOGO DELLE OPERE DI ALESSANDRO TRANI

Pubblicato: 20/03/2023
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